PARUSSO

Ci troviamo nelle Langhe, ma solo col pensiero. Ancora in regime di Covid, ho avuto la fortuna di prendere parte a una bellissima degustazione dei vini dell’azienda Parusso. Lo stile di degustazione è quello che più comunemente abbiamo imparato ad apprezzare in questi ultimi due mesi, fatto di distanziamento sociale, webcam e mascherine, ma questo non ci ha vietato di viaggiare con la mente e con lo spirito, coccolati e guidati, dalle spiegazioni e dai racconti di Marco Parusso, titolare insieme alla sorella dell’azienda omonima.
Il territorio in cui ci si deve calare, per capire questi vini e i 28 ettari a cui questi fanno capo, è il ben che noto territorio delle Langhe. Siamo nel cuore del distretto del Barolo, la dove le due tipologie di terreno, il Tortoniano (tipico di La Morra) e l’Elveziano (tipico di Serralunga d’Alba), formano colline che si intrecciano e si fondono in un connubio perfetto. Qui il suolo è caratterizzato da un’incredibile diversità: ricco di calcare, argilla, marna, arenaria e sabbia sapientemente miscelate; queste conferiscono ad ogni vigna una “carta di identità” differente da quella adiacente. Ogni vigna presenta struttura, composizione, esposizione, altitudine, microclima specifici e per questo viene diligentemente lavorata per assecondare la propria naturale inclinazione. Il risultato sono vini che esprimono al massimo il terroir da cui provengono. Così, da nobili e storici vigneti, nascono le MGA (Menzioni Geografiche Aggiuntive, alla francesce i cru) di Parusso, fiore all’occhiello dell’azienda. Nello specifico: 

-       Bussia
-       Mosconi
-       Mariondino

La gestione della vigna è l’obiettivo che da subito Marco persegue, andando pianta per pianta, zona per zona a evidenziare le carenze o gli eccessi e tramite questi, livellare, il disequilibrio presente tra le così definite da lui: “zone magre e zone grasse”. 
Per realizzare tutto questo, si mira a non stressare le piante, allungando così il loro ciclo produttivo; si rispetta le fasi lunari e si semina erbe di montagna per stimolare il ceppo delle viti a cercare sostanze nutritive in profondità nel terreno e conferire maggiore stabilità
alla pianta. 
Se già questo vi sembra certosino come lavoro da condurre in vigna, in cantina è il luogo dove la famiglia Parusso, si distingue rispetto ai produttori del territorio più o meno noti, per aver creato un perfetto legame inossidabile, tra antiche e moderne tecniche di vinificazione. Da una parte il riposo delle uve, (pratica antichissima già effettuata dai Romani), che Prevede, dopo la vendemmia, di stoccare le ceste in una sala speciale della cantina con temperatura, ventilazione e umidità controllate, per un breve periodo di “relax dell’uva” (circa 3/4 giorni).
Dall’altra, l’utilizzo del rotofermentatore per la macerazione a freddo con i raspi, senza aggiunta di anidride solforosa (che viene aggiunta in piccole quantità solo prima dell’imbottigliamento). Fase questa da cui si estrae colore e profumi, tutte caratteristiche che distingueranno questi vini una volta nel bicchiere.  Infine la svinatura e il trasferimento in Barrique dove si procederà ad effettuare il Batonnage, ovvero il processo attraverso il quale i lieviti vengono scandagliati sul fondo della piccola botte con un particolare attrezzo in acciaio, facendo sì che si dividano in piccole particelle, dando vita ogni volta a microssigenazioni. Si passa quindi da una fase riduttiva del vino a una ossigenativa. Come dice Marco, i suoi vini, vengono abituati sin da appena nati, al contatto con l’ossigeno.

Le etichette che abbiamo avuto il piacere di degustare sono state 6, in questo ordine:

·      ALBA DOC 2016 - Esiste una denominazione vitivinicola, di cui si parla ben poco, che prende il nome da questa città, ALBA D.O.C. Si tratta di una denominazione giovane, nata per valorizzare un territorio compreso fra le Langhe e il Roero. Territorio altrettanto fertile e vocato che è stato però escluso dai disciplinari di Barolo Barbaresco e Roero, perché considerato “di mezzo”. Il taglio all’albese è il blend delle varietà piemontesi BARBERA e NEBBIOLO, che vengono vendemmiate e vinificate insieme. Questo blend veniva usato in passato per bilanciare fra loro le due varietà: colore e acidità del Barbera con tannino e eleganza del Nebbiolo.
Un vino corpulento con tannino dolce. Un vino che va nella direzione dei SuperTuscan. Un così per dire SuperPiemont.


·      BAROLO DOCG 2016 - Barolo classico viene prodotto con uve Nebbiolo provenienti da vigneti, situati nei comuni di Monforte D’Alba e Castiglione Falletto. Un Barolo morbido, fresco con tannini dolci e delicati. Un vino da energia e carattere. 


·      BAROLO DOCG MARIONDINO 2016 - Uve Nebbiolo provenienti dalla MGA Mariondino, del comune di Castiglione Falletto. Terreni marnoso/arenari. Un Barolo riconoscibile per una grande freschezza e una girandola di spezie che lo rendono unico. Un vino che in bocca si manifesta teso e magro.


·      BAROLO DOCG MOSCONI 2016 - Uve Nebbiolo provenienti dalla MGA Mosconi, del comune di Monforte D’Alba. Terreni marnosi con tufo bianco. Un Barolo vellutato riconoscibile per i sentori di sottobosco e terra che lo rendono il più tradizionale.

·      BAROLO DOCG BUSSIA 2016 - uve Nebbiolo provenienti dalla MGA Bussia, del comune di Monforte D’Alba. Due vigneti si combinano in questo grande vino: i vigneti Rocche (sud/sud-est) e Munie (sud/ovest), entrambi caratterizzati da terreni arenari con
marne bianche e strisce di sabbia. Un Barolo setoso, estremamente elegante e fine. 


·      METODO CLASSICO BRUT 2015 - uve Nebbiolo raccolte a metà settembre. Lo Spumante “Parusso Metodo Classico” è un vino di grande freschezza, finezza ed eleganza. Al palato la freschezza acida è sostenuta dalla struttura tannica conferitagli dall’uva Nebbiolo che ne garantisce una piacevole beva e un’ottima evoluzione nel tempo.



La 2016 è stata una grande annata nelle Langhe. Un’annata brillante che ha portato a una perfetta maturazione delle uve e ad un ottimo equilibrio stagionale, donando una perfetta ricchezza compositiva.
Domare il nebbiolo è come domare un puro sangue, o vince il cavallo, o il cavaliere!
In questo caso lasciatemi dire che il cavaliere stia cavalcando il cavallo, il quale, con rispetto e fierezza, si sottomette alla sua guida. 
E se dovessi abbinare una canzone a questi assaggi, che in un qualche modo li possa accompagnare tutti o quasi, quella è Love e Hate di Michael Kiwanuka. Dolce, armonica, semplice, diretta, completa e sensibile. 

salute!!




























Commenti

Post più popolari